Con un buon passo gara e sorpassi decisi, Michele Beretta riusciva a riportare la Lamborghini Huracan GT3 #19 fino alla trentesima posizione. Due ottimi pit-stop e una buona parte centrale di gare da parte del compagno Luca Stolz, portavano dopo due ore di gara la verde GT italiana in ventiduesima piazza. Nell’ultimo stint, Andrea Piccini riusciva quindi ad entrare nella Top 20, ma l’ingresso della Safety Car vanificava ogni possibilità di ulteriore recupero, staccandolo notevolmente dalle vetture con le quali era in lotta. Michele Beretta: “Inutile nascondere che dalla gara di Silverstone ci aspettavamo di più: da una parte per non riuscire ancora a sfruttare al 110% la macchina, ma soprattutto gli pneumatici, in qualifica, dall’altra per l’incidente al via che mi ha costretto a ricominciare da zero. Peccato perché avevo fatto una bella partenza superando subito sei avversari, ma alla curva Club il pilota della Nissan non mi ha visto e mi sono ritrovato spinto via di forza, finendo in testacoda. Dobbiamo senza dubbio lavorare sulla qualifica, perché in gara abbiamo un ottimo passo con il quale potremmo stare nella Top 10 senza problemi, anche se Audi, ma soprattutto Mercedes, vanno veramente forte: per questo faremo dei test prima della prossima gara a Le Castellet, proprio per trarre il massimo da ogni condizione.” Andrea Piccini: “Purtroppo l’incidente al via ha compromesso la nostra gara; sia Michele che Luca hanno fatto un ottimo lavoro così come il team, con una strategia perfetta e dei pit-stop molto veloci. Quando sono salito io per l’ultimo stint, siamo rimasti bloccati dietro la Safety Car e questo non ci ha permesso di guadagnare ulteriori posizioni, nonostante il ritmo nel finale di gara fosse molto buono. Dopo una qualifica difficile, nella quale abbiamo faticato a sfruttare il picco della gomma, abbiamo trovato un buon assetto gara che ci fa ben sperare per i prossimi eventi. Soprattutto nel finale, avevamo il passo dei primi, ad esclusione dei due leader della gara su Mercedes e Audi che erano su un altro pianeta.”