Albuquerque, classe 1985, è legato indissolubilmente alla Casa dei Quattro anelli con cui ha preso parte alle serie più prestigiose come il DTM tedesco, in cui anche quest’anno è sceso in pista al volante di una Audi A5. Un passato importante anche nelle ruote scoperte dove si è messo in mostra nel World Series by Renault e nella A1GP, in cui ha militato nella stessa stagione (2009) anche Vitantonio Liuzzi. Ad Albuquerque abbiamo chiesto di raccontarci un giro di pista del tracciato dell’Algarve. “Subito dopo il rettilineo di partenza si arriva alla curva 1 leggermente in discesa dove l’auto si alza da terra e si rimane solo su due ruote, adrenalina pura in quel momento… Da li ci si sposta subito all’esterno riuscendo ad inserire anche la quarta marcia. La curva 2 è piuttosto difficile perché si può fare piena, ma bisogna prepararsi per la numero 3 che va fatta in appoggio, e in staccata l’anteriore destra tende spesso a bloccarsi. Dopo non bisogna aprire troppo perché la curva successiva è cieca, da li ci si immette su un bel rettilineo dove si passa dalla sesta alla seconda, questo è uno dei punti (il più lento del tracciato) dove si può sorpassare (curva 5) per poi portarsi su un piccolo rettilineo in salita. La curva successiva si affronta a tutto gas, mentre la numero 7 è molto simile alle 2 o alla 3, si sale ed in uscita non si vede assolutamente nulla, bisogna andare a memoria. Subito dopo ci si sposta leggermente a destra e ci si porta a sinistra in discesa per la curva 9. La numero 10 è la più tecnica, bisogna farla in appoggio per poi frenare forte mettendo a dura prova gli pneumatici. Alla penultima curva se si entra troppo forte c’è il rischio di andare fuori dal cordolo mentre nell’ultimo punto invece si spinge al massimo per entrare il più veloce possibile sul rettifilo del traguardo”.
Fonte: GTSPRINT